PEDIATRIC SIMULATION GAMES INTERNAZIONALE 2023

 

Intervista a Marc Berg
della Stanford University, Palo Alto 

 

Intervista a Marc Berg - Incontro Catania 2023

 

 

Dato che per molti l’esperienza di Catania sarà il primo evento legato ai Pediatric Simulation Games, ci puoi spiegare perché secondo te è così importante questa iniziativa?

Credo che il focus principale dei PALS e di tutto il training che circonda queste linee guida sia un continuo confronto per stabilire l’obiettivo da raggiungere e attraverso quali modalità farlo. Il focus principale è la rianimazione, che pur non essendo così difficile a livello tecnico, necessita una standardizzazione. I PALS non richiedono quindi un’elaborazione profonda, ma soltanto organizzazione, comunicazione e impegno costante per svolgerla al meglio. Questo è uno dei motivi che rende per noi giudici così interessante l’adozione di queste linee guida: tutti possono impararle e utilizzarle per salvare vite.

Credi che negli anni precedenti gli studenti abbiano sottovalutato qualche aspetto dei PALS? E in tal caso ritieni possa essere necessario approfondirli durante questa edizione?

Ogni aspetto dei PALS è importante e per questo lo troviamo all’interno delle linee guida.
Purtroppo, non è possibile trattare tutto quello che potrebbe essere utile in modo esaustivo e perciò alcune tematiche vengono esaminate in modo sommario. Nel complesso credo che l’aspetto principale dei PALS sia il massaggio cardiaco, ma tutto quello che è all’interno del corso
rimane di estrema importanza.
Noi giudici abbiamo spesso difficoltà a capire chi ha “vinto” il match durante i Pediatric Simulation Games, specialmente quando si avvicina la finale, perché tutti svolgono la rianimazione in modo perfetto e quindi per capire chi è il “vincitore” cerchiamo un piccolo dettaglio che ha “sporcato” la performance, come una piccola pausa nell’agire oppure un’eccessiva compressione, tutte cose di piccolo conto.
Ci sono alcuni team che svolgono le simulazioni adottando ottime doti comunicative e organizzative, ma temporeggiano nel capire quale sia il primo intervento giusto da utilizzare. Altri che al contrario operano in modo perfetto, ma svolgono l’intera simulazione come se fossero dei
robot, questo è un motivo per il quale a volte aggiungiamo all’interno degli scenari qualcosa di assurdo, proprio per vedere come gli specializzandi reagiscono e comunichino tra di loro. Chi è il migliore nel comunicare al team qual è il problema? Chi riesce a fare team working? Queste capacità sono di grand lunga più importanti rispetto alla perfezione a livello tecnico. Credo che questo sarà un macro argomento di discussione durante il workshop di Catania.

A proposito di Catania, quale credi sarà un plus per gli specializzandi che avranno l’opportunità di partecipare al workshop di Giugno?

Non abbiamo un’agenda confermata riguardo a quello che sarà fatto a Catania, anche perché l’organizzazione viene fatta principalmente dal competente team italiano. Noi giudici “stranieri” siamo soltanto a supporto dello splendido lavoro che loro svolgono ogni anno. Posso immaginare che ci saranno lunghe discussioni sulla rianimazione, su cose nuove da provare quest’anno durante i PSG e spero che avremo l’opportunità di creare un contesto che permetta uno scambio di idee tra giudici e specializzandi. Penso che a prescindere del programma dell’evento, questo scambio di idee sarà la parte fondamentale di questo workshop. Inoltre, è sempre bello poter stare in un ambiente pieno di persone che hanno i tuoi stessi interessi e che hanno la stessa passione verso qualcosa. Qualunque cosa faremo, e in qualunque modo la faremo, saranno delle piacevoli giornate per chi avrà l’opportunità di partecipare e sono sicuro che sarà un modo molto interessante per gli specializzandi di imparare e dare voce alle proprie idee. Senza sottovalutare il fatto che l’evento si terrà in presenza e che è sempre magnifico poter confrontarsi e conoscere persone dal vivo, soprattutto dopo il periodo che abbiamo appena superato.

Il professor Lubrano ci ha rivelato che l’evento si baserà su una conversazione interattiva tra studenti e giudici. Il professor De Caen in una precedente intervista ci ha dato qualche spunto da provare durante il workshop: mettere assieme specializzandi di diverse squadre in un unico team e vedere come se la cavano durante una simulazione. Tu hai già pensato a quale idea portare?

Credo che l’idea di Allan sia molto interessante, l’abbiamo già provata qualche anno fa, ma sarebbe stimolante rimetterla in campo. Penso che la cosa fondamentale sia insegnare agli specializzandi a comunicare nei momenti più difficili, forse potremo provare a fare dei giochi con la finalità di migliorare i pals. Ad esempio, cosa succederebbe se il team fosse composto soltanto da due persone? Durante questi eventi abbiamo a disposizione più di 100 intelligenti specializzanti che con le loro idee ci aiutano a capire in cosa migliorare e a percepire il futuro delle linee guida.
Sarebbe interessante avere delle riunioni di confronto, piccole o grandi, nelle quali chiedere qual è il problema attuale dei pals e cosa potrebbe essere migliorato.

Quale pensi sia il modo migliore per prepararsi al workshop di Catania?

Credo non sia necessario prepararsi per l’evento di Catania, ovviamente è importante studiare, ma in tutti questi anni non abbiamo mai trovato un team che non conoscesse i PALS. Può succedere che qualcuno dimentichi qualche dettaglio, ma non è una cosa grave, può succede a tutti. A mio avviso, l’unica preparazione “giusta” da fare, sia venire a Catania con una mente aperta, disposta a imparare qualcosa di nuovo e portare degli spunti di interessanti con sé perché noi vogliamo ascoltare i ragazzi e capire loro cosa pensano di queste linee guida. Se davvero avete tempo e disponibilità a prepararvi per questo evento, vi chiederei di pensare a dei nuovi scenari, è sempre interessante confrontarsi con dei nuovi scenari per creare un ambiente di lavoro stimolante.

di Jessica Maglione