Interviste alla Giuria - Pediatric Simulation Games 2018
PEDIATRIC SIMULATION GAMES INTERNAZIONALE 2019
Intervista ai vincitori dei Pediatric Simulation Games 2019: NAPOLI FEDERICO II

 

“Lo spirito di squadra
e la nostra fantasia
ci hanno premiati!”

di Lucrezia Clemente

 

Intervista ai vincitori Napoli Federico II

 

Andrea Smarrazzo, Martina Peluso, Enrico Sierchio, Federica Annunziata, Marta Palma, Emanuela Rossitti, Raimondo Cecere detto “bomber” e Alberto Casertano detto “lo stressato”, sono i campioni della terza edizione dei Pediatric Simulation Games. Gli specializzandi dell’Università di Napoli Federico II hanno conquistato tutti con la loro allegria “da pazz” e hanno vinto i Giochi battendo 39 squadre italiane ed estere nella risoluzione di casi di emergenza e urgenza pediatrica creati ad hoc da una giuria internazionale.

A una settimana dalla vittoria li abbiamo intervistati per sapere come hanno vissuto l’esperienza dei Games e qual è stata la chiave del loro successo.

Ragazzi, vi aspettavate questa vittoria?

“Assolutamente no, anzi siamo partiti da Napoli ripetendoci più volte che il nostro obiettivo era di imparare divertendoci e di fare bella figura! Sapevamo bene che il livello era molto alto. Ci affascinava, con non poco timore, la presenza delle squadre straniere.

Durante i Giochi ci ripetevamo tutti i giorni che avevamo già ottenuto la nostra vittoria, avendo superato le selezioni interne della nostra Scuola di specializzazione: siamo tanti e c’è un sano spirito di competizione … però, come speriamo di aver trasmesso, l’amicizia e la voglia di far bene, divertendosi, viene prima di ogni cosa. Avevamo già vinto nel momento in cui stavamo vivendo un’esperienza unica di confronto con altri colleghi e docenti stranieri di fama internazionale. La realtà, come abbiamo detto in più occasioni, è andata ben al di là della nostra immaginazione”.

 

Napoli Federico II VINCITORI 2019

 

 

Avete vinto un torneo affrontando ben 39 Scuole di specializzazione. Come vi siete allenati? C’è qualcuno che vorreste ringraziare?

“La nostra preparazione è stata caratterizzata da una scarsità di mezzi e dalla necessità di arrangiarsi. Non abbiamo un centro di simulazione interno al Policlinico. Il centro di simulazione, afferente all’AORN Santobono è difficilmente accessibile per problemi di orari e di logistica; siamo riusciti ad andare solo una volta per due ore scarse. La quasi totalità delle nostre sedute di allenamento si è svolta in aule e ambulatori del nostro Policlinico, su manichini (senza arti e non ventilabili) o su peluches, con AMBU rotti e tanta fantasia (ad esempio sapevate che si possono realizzare ottimi AMBU artigianali dalle bottiglie di plastica?). Abbiamo costruito un monitor da soli, inizialmente con carta e penna e successivamente al computer, e abbiamo sfruttato tutta la nostra fantasia per immaginare gli strumenti da utilizzare nelle simulazioni (accessi, defibrillatore, etc).

 

Federico-II-2019-Peluche-da-'rianimare'

 

Napoli Federico II: gli “strumenti ” e i momenti per la preparazione del Pediatric 2019

 

Per fortuna c’erano i colleghi che hanno partecipato alla precedente edizione, sono stati fondamentali e determinanti: ci hanno fornito i casi su cui allenarci, ci hanno consigliato, istruito e osservato, aiutandoci a correggere i nostri errori; al termine delle riunioni facevamo brainstorming su ogni argomento degli scenari. È stato uno stimolo a crescere e a studiare non di poco conto.

Un ringraziamento speciale va anche al dott. Andrea Manzi, dell’Ospedale di Pozzuoli, il nostro docente interno per le emergenze pediatriche, che ci ha trasmesso la passione e ci ha aiutato per le gare interne alla nostra Scuola, che hanno portato alla selezione di questa squadra. In ultimo, un ringraziamento va al prof. Riccardo Lubrano per aver creato qualcosa di unico, un’occasione formativa di importanza capitale per gli specializzandi italiani”.

 

Esercitazione-con-Manzi-Napoli-F-II-2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La squadra di Napoli Federico II con il dott. Andrea Manzi, dell’Ospedale di Pozzuoli

 

Cosa vi ha dato una ‘marcia in più’ rispetto alle altre squadre?

“Ce lo siamo chiesti anche noi! Scherzi a parte, abbiamo osservato stili molto diversi di organizzazione delle squadre: tante hanno un team leader autoritario che decide tutto e dà ordini, altre sembrano perfette ‘macchine da guerra’ in cui ogni elemento svolge il proprio compito in automatismo con comunicazioni telegrafiche e scarso spazio al confronto, in altre ancora, c’è poca partecipazione da parte di tutti i membri. Forse il nostro sistema di continuo confronto e di discussione, anche all’interno degli scenari, dove tutti interagiscono, osservano i propri errori, li correggono e prendono decisioni in maniera responsabile e condivisa, è stato uno dei fattori che ci ha consentito di raggiungere questo risultato.

Probabilmente i giudici hanno anche apprezzato la nostra crescita progressiva durante i Giochi, sia come qualità di performance che come gruppo. Siamo sempre stati una squadra affiatata e compatta, dove ognuno supporta l’altro, e abbiamo affrontato tutti gli ostacoli sempre col sorriso sulle labbra e con una risata, cosa molto utile anche a stemperare la tensione”.

 

Napoli-Federico-II-2019-int-1

 

 

Per cinque giorni siete stati a contatto con oltre 300 giovani medici, avete conosciuto specialisti di fama internazionale e risolto casi di emergenza/urgenza pediatrica. Cosa avete imparato da questa esperienza?

“Impossibile rispondere in maniera secca. È stata un’esperienza che ci ha fatto crescere sotto infiniti aspetti, come gruppo, come professionisti, come persone e come amici. Abbiamo apprezzato dettagli della gestione delle emergenze che i libri non trasmettono; l’importanza di un lavoro in team, con persone di fiducia, per un confronto continuo che aiuta a riflettere. L’osservazione delle simulazioni e delle attività delle altre squadre sono stati gli aspetti più stimolanti in assoluto. Forse esageriamo, ma probabilmente, in proporzione, abbiamo imparato più in cinque giorni di Giochi che in anni di specializzazione!”.

 

Al torneo hanno partecipato anche specializzandi dalla Francia, dalla Spagna, dalla Lettonia. Com’è andato il confronto con le università estere?

“Come detto, inizialmente eravamo un po’ intimoriti, soprattutto dalla squadra di Riga che sembrava composta da alieni per quanto sono bravi e ordinati! Nel corso dei Giochi siamo diventati amici con molti di loro e, chiacchierando, abbiamo avuto modo di capire come lavorino e quanto siano preparati. Comprendere quale sia il livello medio europeo, nell’ottica di una professione che ha occasioni di lavoro internazionali, è fondamentale, aiuta a capire i propri punti deboli e i propri punti di forza. È un ulteriore stimolo a lavorare sodo, insomma. E poi, stringere amicizie, anche oltre il confine nazionale, è sempre bello, ci fa sentire una comunità e accorcia le distanze; chissà che un giorno, forse, potremo vedere team multidisciplinari e multinazionali negli ospedali italiani”.

 

Qual è il ricordo più bello che porterete con voi?

“Anche qui è difficilissimo dare una risposta secca. Le emozioni e le risate che abbiamo condiviso anche con i ragazzi di altre università sono state talmente belle che non ci lasceranno mai, porteremo sempre con noi gli attimi indimenticabili di ogni scenario. Se dovessimo scegliere un momento, crediamo sia la gioia, quasi da finale dei Mondiali 2006, durante la proclamazione. In quel momento non c’era solo la gioia nostra, espressa nei salti e nelle nostre urla, ma anche di tutti quelli che, in aula o tramite streaming, applaudivano e festeggiavano con noi, chi ridendo, chi addirittura commuovendosi. Abbiamo ricevuto, in questi giorni successivi ai Giochi, tantissimi messaggi e congratulazioni tramite i social di gente felice e orgogliosa di noi! É impagabile sapere di aver fatto qualcosa che ha reso contenti e orgogliosi tanti che ti circondano”.

 

Parteciperete ai Pediatric Simulation Games anche il prossimo anno?

“Beh, due elementi della squadra stanno per specializzarsi e quindi dovranno lasciare spazio ai prossimi, magari passando dalla parte degli allenatori. Per quanto riguarda gli altri membri, sicuramente c’è la voglia di gareggiare di nuovo, ma siamo una Scuola molto grande, in tanti vogliono partecipare, per cui, crediamo, utilizzeremo lo stesso sistema usato quest’anno: Giochi interni per selezionare la squadra migliore. Una cosa è certa: potete stare tranquilli che Napoli c’è e ci sarà, con la sua carica di energia e allegria che abbiamo provato a trasmettere nei giorni dei Giochi, e proverà a fare nuovamente una bella figura divertendosi e divertendo”.

 

Intervista ai vincitori Napoli Federico II
Intervista ai vincitori Napoli Federico II
Intervista ai vincitori Napoli Federico II
Intervista ai vincitori Napoli Federico II