Interviste alla Giuria - Pediatric Simulation Games 2018
PEDIATRIC SIMULATION GAMES INTERNAZIONALE 2019

 

Intervista a Vinay Nadkarni del Children Hospital of Philadelphia (Usa)

 

“I Giochi mondiali
a Città del Messico

saranno più un’esibizione
che una gara”

di Lucrezia Clemente

Intervista a Allan R. de Caen

Il professor Vinay Nadkarni

 

Il professor Vinay Nadkarni del Children Hospital of Philadelphia (Usa) fa parte della giuria internazionale dei Pediatric Simulation Games fin dalla prima edizione e nel 2020 sarà a Città del Messico per i Giochi mondiali.

 

Professore, come sono andati quest’anno i Games rispetto alle scorse edizioni?

“Penso che stiano migliorando di anno in anno perché sono sempre più modellati sui bisogni degli specializzandi. Quello che è partito a Latina è un corso che si è sviluppato e diffuso come i tentacoli di un polipo passando dalle Scuole di specializzazione, che hanno partecipato alla gara, agli studenti e dagli studenti ai pazienti”.

 

Qual è l’abilità più importante che gli specializzandi hanno appreso a Latina?

“La gestione medica è rilevante ma non è la cosa più importante. Gli studenti hanno imparato a sviluppare il pensiero critico, ad allenarsi, a comunicare, a fare il debriefing, a riflettere sui casi esaminando gli errori fatti per non ripeterli nel paziente successivo. E questo per me è più importante degli algoritmi, perché gli algoritmi li possiamo imparare da un libro di testo ma è quando ci alleniamo in team, ci sfidiamo con le bende sugli occhi, stando in silenzio o mischiando le squadre, che impariamo le tecniche che ci serviranno nella vita”.

 

Nel 2020 a Città del Messico si terranno i Giochi mondiali dell’emergenza e urgenza pediatrica. Ci dà qualche anticipazione?

“Stiamo ancora formulando il piano per le Olimpiadi. Daremo un riconoscimento alle persone e ai team che hanno sviluppato il concetto dei Simulation Games, il professor Riccardo Lubrano, i partecipanti e i coach. Di certo cercheremo di portare avanti il concetto che la rianimazione è uno sport di squadra. I dettagli dell’evento non sono ancora completi ma pensiamo sarà più un’esibizione che una gara perché la competizione separa le persone mentre noi vogliamo avvicinarle”.