PEDIATRIC SIMULATION GAMES INTERNAZIONALE 2022
Intervista ad Allan R. de Caen,
dello Stollery Children’s Hospital di Edmonton (Canada)
“Performance molto alte. Questi ragazzi vanno oltre quello che ci si aspetta da loro. Spereri fossero così negli States”
Il professor Allan R. de Caen, dello Stollery Children’s Hospital di Edmonton (Canada), commenta la quarta edizione dei Pediatric Simulation Games riflettendo sul futuro dell’evento.
di Jessica Maglione
Come sono andati i giochi?
Molto bene. La qualità dei team migliora di anno in anno, non mi riferisco soltanto al loro modo di collaborare, ma all’essere un team e lavorare insieme. Ovviamente è una competizione, ma l’atmosfera rimane sempre quella di cooperazione e collaborazione.
Cosa l’ha sorpresa durante questa edizione?
Credo che questi team stiano facendo delle simulazioni che spererei che alcuni miei colleghi specializzandi negli States riuscissero a svolgere. Stanno facendo delle performance che vanno ben oltre quello che ci si aspetta da degli specializzandi. Certo che durante questo evento si vede un miglioramento repentino più si va avanti con i turni, ma il livello di partenza è già molto alto.
Come si aspetta i pediatric simulation games cambieranno nei prossimi anni?
Spero che continueremo a vedere questa grande qualità nella preparazione dei team. Credo che al momento abbia molto successo questo format.
La vera domanda credo che sia, se sia rischioso estendere ancora di più l’evento facendolo diventare ancora più grande. Quando c’erano soltanto team italiani erano degli ottimi giochi. Quando si sono aggiunti team internazionali è diventato tutto grandioso, ma cosa potrebbe succedere se riuscissimo ad includere in queste esperienza quaranta o cinquanta team? Questo penso sia il dubbio, perché credo che quello che il professor Riccardo Lubrano ha creato sia magnifico, ma, mi chiedo: dovrebbe diventare ancora più grande? Forse i team internazionali potrebbero variare e quindi cambiare le nazionalità delle squadre partecipanti. L’anno prossimo idealmente potremmo avere la Germania, il Regno Unito, il Belgio, non so. Se la domanda è: “cosa spero di vedere nei prossimi cinque anni?” la risposta è sicuramente la stessa qualità all’interno di una fantastica opportunità per gli specializzandi italiani e internazionali.
Spero solo che se l’evento diventerà più grande riusciremo a soddisfare tutte le sfide che dovremo affrontare.