IN PREPARAZIONE AL PEDIATRIC SIMULATION GAMES
Intervista alla squadra dell’Università di Bologna
Intervista alla squadra dell'Università di Bologna - Pediatric Simulation Games

“La comunicazione e l’affiatamento
sono i nostri punti di forza”

 

E’ passato un anno dalla prima edizione delle Olimpiadi di pediatria: cosa vi ha lasciato questa esperienza?

“I colleghi che hanno affrontato questa esperienza prima di noi, l’anno scorso, la ricordano ancora con molto piacere e si sentono cresciuti nell’affrontare situazioni di urgenza e di emergenza in Pediatria.

La preparazione dell’anno scorso è stata importante non soltanto per la competizione e l’incontro con le altre squadre ma soprattutto per il percorso fatto e per quanto imparato e sedimentato, incontro dopo incontro, simulazione dopo simulazione. Noi specializzandi che ci stiamo preparando quest’anno speriamo di poter mettere a frutto questa esperienza allo stesso modo!”.

 

Come sono stati allenati gli specializzandi?

“Come l’anno scorso, anche questa volta abbiamo potuto usufruire del supporto di due tutor (la dott.ssa Sara Forti e la dott.ssa Ilaria Corsini) che, dopo un’iniziale fase di preparazione teorica, ci hanno guidati all’esperienza della simulazione attraverso scenari con simulatore all’interno del Centro di Simulazione Pediatrica Avanzata di cui dispone la clinica pediatrica della nostra Scuola di specializzazione.

Abbiamo inoltre usufruito della possibilità di vivere l’esperienza della simulazione anche all’interno del SimLab della Laerdal che ha sede proprio nella nostra città”.

 

Sono state apportate delle modifiche alle modalità di preparazione?

“La principale novità di quest’anno consiste nel fatto che la AHA stessa, in previsione della preparazione ai Pediatric Simulation Games, ha realizzato la possibilità di approfondire la preparazione mediante supporto informatico HeartCode PALS. Siamo grati alla SIMEUP e alla AHA per questa ulteriore possibilità di formazione, che non si esaurirà con i Giochi di settembre”.

 

Potreste raccontarci qualche aneddoto relativo alla fase di preparazione?

“Avreste dovuto vederci durante le prime simulazioni! Sono state esperienze intense, probabilmente all’inizio un po’ confuse, poi pian piano più elaborate e sedimentate. Per esempio, adesso abbiamo chi sta agli accessi vascolari e si fa trovare subito pronto con il trapano dell’accesso intraosseo in mano, manco fosse un agente segreto!”.

 

Che cosa ha significato e significa per voi partecipare a una competizione del genere?

“Anche noi abbiamo già toccato con mano quanto, al di là dell’obiettivo dei Games di Settembre a Latina, questa sia un’occasione importante per vivere e imparare attraverso l’esperienza della simulazione, la gestione delle urgenze ed emergenze dei piccoli pazienti che possiamo incontrare ogni giorno nel contesto ospedaliero in cui ci stiamo trovando come medici in formazione specialistica e negli ambienti dove in futuro andremo a lavorare.

Ci sentiamo fortunati a poter fare tante simulazioni con l’occasione di doverci preparare ai Pediatric Simulation Games”.

 

Come definireste la vostra squadra e quali sono i vostri punti di forza?

“Siamo un gruppo di amici, oltre che colleghi, e tendiamo a confrontarci e parlare, spesso tanto (a volte forse troppo!). Di sicuro sentiamo che la comunicazione e l’affiatamento rappresentano alcuni dei nostri punti di forza.

Inoltre, possiamo usufruire di tecnologia avanzata e di un simulatore ad alta fedeltà, nonché di due tutor che si dedicano a noi volontariamente con professionalità e affetto. Voglia di metterci in gioco non ce ne manca, speriamo che tutti i nostri sforzi siano ripagati da altrettanta soddisfazione, quanta già ne stiamo avendo, e diano frutti anche nel nostro futuro di pediatri”.

……

LA SQUADRA:

Alessandro Rocca
Federica Camela
Giulia Carbonari
Giacomo Tonti
Giovanni Pancaldi
Romolo Flammini
Beatrice Rivalta
Benedetta Vestrucci


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