IN PREPARAZIONE AL PEDIATRIC SIMULATION GAMES
Intervista alla squadra dell’Università di Catania
“Tutti gli specializzandi volevano partecipare, abbiamo dovuto indire delle selezioni”
E’ passato un anno dalla prima edizione del Pediatric Simulation Games: cosa vi ha lasciato questa esperienza?
“Ad un anno dalla prima edizione dei Simulation games, sicuramente la prima cosa che mi viene in mente è che l’evento ha avuto una tale risonanza tra noi specializzandi da dover addirittura indire delle selezioni per creare la squadra.
Tutti gli specializzandi avrebbero voluto partecipare e tutti si sono preparati al meglio per poter prendere parte alla seconda edizione e di certo questo ha rappresentato uno stimolo molto forte nel migliorarsi a prescindere dal risultato”.
Come sono stati allenati gli specializzandi?
“Gli specializzandi si sono allenati su una base teorica con i manuali PALS AHA prima di tutto, con studio individuale e di gruppo. Sono stati suddivisi e assegnati i diversi argomenti inerenti ai possibili scenari di intossicazioni, emergenze metaboliche, disturbi elettrolitici, per poi creare un materiale di condivisione comune.
La preparazione pratica è stata effettuata e è attualmente in corso in aule di simulazione della scuola di specializzazione di anestesia e rianimazione di Catania, con l aiuto di istruttori Simeup”.
Sono state apportate delle modifiche alle modalità di preparazione?
“Beh la nostra preparazione ai giochi si base sul modello PALS. Abbiamo i nostri istruttori che ci seguono passo dopo passo cercando di migliorare sempre di più. Forse rispetto all’anno scorso abbiamo cercato di dare più spazio ad altri argomenti che non rientrano tra gli scenari PALS e di affinare le skills acquisite ma il modus operandi sostanzialmente non cambia”.
Potreste raccontarci qualche aneddoto relativo alla fase di preparazione?
“Beh noi, come molte scuole del sud, paghiamo la carenza di mezzi e strutture adeguate per la simulazione.
Trovandoci quindi sprovviste sia di una sala di simulazione che di manichini per le esercitazioni pratiche, abbiamo deciso di creare tutto fai da te e a turno ognuno di noi si sottoponeva come manichino a qualsiasi scenario… simulando tutto! Per fortuna è durata poco! Adesso le esercitazioni si faranno in vera sala dedicata alla simulazione“.
Che cosa ha significato e significa per voi partecipare a una competizione del genere?
“Partecipare ai Simulation games significa potersi mettere alla prova prima di tutto con se stessi.
La nostra scuola di specializzazione purtroppo ci fornisce una preparazione un po’ carente per quanto riguarda la gestione dell’emergenza e il poter partecipare ad una competizione come questa ci ha portato ad approfondire argomenti e a imparare a gestire situazione che non avremmo mai saputo affrontare.
Partecipare ai giochi significa anche confrontarsi con gli altri. Penso che per tutti gli specializzandi il confronto sia la cosa più importante.
Non possiamo negare che esista una disparità nella preparazione fornita dalle scuole di specializzazione in pediatria in questo ambito ma il fatto di poter essere preparati e seguiti dagli istruttori simeup ha sicuramente risolto in parte il problema. Un anno fa non avrei mai immaginato di poter gestire da sola un caso di arresto cardiaco, oggi invece ho più consapevolezza delle mie capacità. Credo sia proprio questo il senso dei Simulation games”.
Come definireste la vostra squadra e quali sono i vostri punti di forza?
“La nostra parola d’ordine è unità. Siamo tutte ragazze abituate al lavoro di squadra e è secondo me questo lo scopo dei giochi! Ognuno di noi è sempre pronto a confrontarsi di fronte a qualsiasi scenario, sia di simulazione che di vita reale.
È questa capacità di discutere e di lavorare insieme che ci ha fatto crescere tantissimo e che speriamo ci porterà a fare un buon lavoro anche per i Simulation games”.
……..
LA SQUADRA:
Marina Mazzurco
Anna Portale
Valeria Venti
Viviana Brafa Musicoro
Claudia Meli
Annarita Bongiovanni
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