IN PREPARAZIONE AL PEDIATRIC SIMULATION GAMES
Intervista alla squadra dell’Università di Milano “Bicocca”
“Lavorare in team per noi significa
capirci con uno sguardo”
E’ passato un anno dalla prima edizione del Pediatric Simulation Games: cosa vi ha lasciato questa esperienza?
“Un anno fa 8 specializzandi della nostra scuola si sono lanciati in questo ‘gioco’ senza sapere esattamente di cosa si trattasse, essendo la prima edizione, dunque per pura curiosità e voglia di imparare, con una certa insicurezza sulle proprie capacità nell’ambito delle emergenze pediatriche.
La sfida a Roma si è rivelata un’esperienza di crescita enorme: giorno dopo giorno, nel contesto di una sana competizione tra centinaia di specializzandi entusiasti di apprendere, ci siamo messi in gioco.
Da questo ‘gioco’, se ancora così si può chiamare, abbiamo portato a casa, oltre che un inaspettato 3 posto, una consapevolezza dell’importanza della simulazione e una sicurezza concreta in più nell’approccio al bambino critico.
Essendo specializzandi, non siamo ancora impegnati in prima linea nella gestione di questi scenari, ma siamo già molto capaci di riconoscere, assistere, comunicare e proporre soluzioni, collaborando efficacemente con il nostro team di lavoro quotidiano, composto da medici strutturati, personale infermieristico e specialisti delle emergenze”.
Come sono stati allenati gli specializzandi?
“L’anno scorso la squadra si è mossa da autodidatta: PALS in mano, una esercitazione presso il Simlab di Bologna e due incontri con il nostro (santo!) responsabile dell’ U.O. di emergenze pediatriche…ma non avevamo i mezzi per simulare nella nostra scuola”.
Sono state apportate delle modifiche alle modalità di preparazione?
“Quest’anno abbiamo tentato di importare nella nostra scuola la cultura delle simulazioni rendendole aperte a un numero di specializzandi superiore rispetto agli 8 previsti dalla gara. Chi ha già partecipato l’anno scorso ha cercato di trasmettere ai nuovi quanto appreso.
L’organizzazione è stata però molto difficile e limitata dagli impegni quotidiani di ciascuno di noi nell’attività ospedaliera. Siamo dunque riusciti a organizzare degli incontri teorici in cui ci siamo confrontati sulle dinamiche del team e su qualche algoritmo per essere sulla stessa lunghezza d’onda prima di mettere tutto in pratica, predisponendo anche delle simulazioni in più rispetto all’anno scorso grazie sempre al “santo” responsabile dell’ U.O. di Emergenze.
Ma ancora molto c’è da fare”.
Potreste raccontarci qualche aneddoto relativo alla fase di preparazione?
“È stato bello presso il Simlab di Bologna vedere come tutto ciò che avevamo detto solo a voce negli incontri precedenti – non avendo ancora mai simulato – riuscisse a prendere forma, permettendo alla squadra di lavorare in maniera ordinata tanto da riuscire, talvolta, a capirsi con gli sguardi, preoccupandosi poco di dichiarare ad alta voce lo scenario.
Il responsabile, Juri, alla fine degli scenari ci chiedeva: ‘Ma voi come ve lo siete detti che stavate gestendo una TPSV?’, e noi: ‘Ci siamo capite!’ “.
Che cosa ha significato e significa per voi partecipare a una competizione del genere?
“Significa avere una full immersion in un ambito della pediatria in cui non veniamo preparati sistematicamente nelle nostre scuole ma che riteniamo fondamentale per prepararci a situazioni che non avvengono spesso, ma che, quando si verificano, necessitano che il personale sia davvero pronto!
E poi significa sperare di poter rendere le simulazioni parte integrante della formazione medica specialistica”.
Come definireste la vostra squadra e quali sono i vostri punti di forza?
“La definiremmo… ‘in divenire’! Perché fino all’ultimo abbiamo dato la possibilità a quante più persone possibili di partecipare e solo all’ultimo abbiamo dato forma al team, che pare essere davvero compatto e in sintonia”.
………
LA SQUADRA:
Francesca Musto
Mariella D’Angio’
Marta Schiliro’
Elena Arosio
Marialaura Cuomo
Silvia Molinari
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