IN PREPARAZIONE AL PEDIATRIC SIMULATION GAMES
Intervista alla squadra dell’Università di Parma
“Siamo una squadra molto ‘solidale’,
cerchiamo di aiutarci a vicenda”
E’ passato un anno dalla prima edizione del Pediatric Simulation Games: cosa vi ha lasciato questa esperienza?
“E’ stata molto formativa, perché per affrontare i casi di pediatria di emergenza con cui ci si misura durante la gara si deve imparare un metodo di ragionamento schematico, che permetta di analizzare ordinatamente tutte le variabili in gioco, senza tralasciare niente.
Crediamo che questo approccio ci sarà utile anche nell’attività medica quotidiana, e speriamo che ci permetterà di affrontare eventuali situazioni critiche in maniera più efficace”.
Come sono stati allenati gli specializzandi?
“Innanzitutto abbiamo studiato il manuale PALS fornito dalla American Heart Association, poi abbiamo iniziato a simulare alcuni casi di pediatria di emergenza con due strutturate del nostro ospedale, che ci hanno aiutato ad applicare il metodo di ragionamento appreso dal manuale alle situazioni pratiche.
Infine, abbiamo fatto alcune esercitazioni presso il Centro SimLab di Bologna, dove ci siamo cimentati con un manichino più ‘interattivo’, in cui è possibile ascoltare i rumori respiratori e i toni cardiaci, e in cui alle nostre azioni mediche corrisponde una reazione ‘clinica’ immediata”.
Sono state apportate delle modifiche alle modalità di preparazione?
“Le modalità di preparazione hanno ricalcato quelle adottate dalle ragazze che hanno partecipato l’anno scorso, che ci hanno dato diversi consigli utili, soprattutto relativamente all’organizzazione del team, in cui ognuno deve dare il proprio contributo coadiuvando la figura del leader, ma senza creare il caos…”.
Potreste raccontarci qualche aneddoto relativo alla fase di preparazione?
“Pur di iniziare a farci applicare alla pratica quello che avevamo studiato in teoria, una delle nostre strutturate un giorno si è presentata all’incontro con fonendo, pallone ambu, mascherina, agocannule e… un grosso orso di peluche, che sarebbe stato il nostro paziente per quel giorno“.
Che cosa ha significato e significa per voi partecipare a una competizione del genere?
“Come dicevamo all’inizio, speriamo di mutuare da questa esperienza un metodo di ragionamento da applicare alla pratica quotidiana e speriamo che, in caso di eventuali situazioni critiche, saremo in grado di utilizzare questo approccio sistematico per gestire al meglio il paziente”.
Come definireste la vostra squadra e quali sono i vostri punti di forza?
“Siamo una squadra molto ‘solidale’, cerchiamo di aiutarci e coadiuvarci a vicenda, c’è un leader ma cerchiamo di essere tutti molto attivi, perché ognuno può e deve dare il suo contributo!”.
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LA SQUADRA::
Arianna Panigari
Angelica Santoro
Giuseppe Pagliaro
Elena Turrini
Federica Cennamo
Simona Falcone
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