IN PREPARAZIONE AL PEDIATRIC SIMULATION GAMES INTERNAZIONALE 2022

Intervista alla squadra
dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata 

 

 

 

Intervista alla squadra di Roma Tor Vergata 2022

 

“A ritornare in presenza quest’anno c’è molta emozione e voglia di stare insieme”

di Jessica Maglione

 

Cosa vi aspettate da questa edizione?

Da questa edizione dei Simulation Games ci aspettiamo scenari stimolanti, che siano un’occasione di apprendimento, ma ci aspettiamo anche di avere l’opportunità di conoscere e di confrontarci con specializzandi di altre scuole d’Italia e d’Europa. Saranno sicuramente dei giorni molto intensi e pieni di divertimento.

 

Cosa provate a tornare in presenza ai Pediatric Simulation Games? 

Nel 2020 stavamo iniziando a formare la squadra quando la pandemia da SARS-CoV-2 ha fatto irruzione in Italia ed i Simulation Games sono stati l’ennesima cosa a cui abbiamo dovuto rinunciare nel 2020. Quindi a ritornare in presenza quest’anno c’è molta emozione e voglia di stare insieme.

 

Qual è stato il vostro metodo di preparazione?

Siamo stati una squadra molto compatta e coesa durante la preparazione. La cadenza e gli incontri è stata circa una volta a settimana durante i mesi iniziali, circa una o due volte a settimana nell’ultimo periodo. Abbiamo associato giornate di esercitazioni pratiche in cui simulavamo scenari, la maggior parte delle volte ognuno si esercitava nel proprio ruolo predefinito e giornate di studio teorico in cui impostavamo schemi e dosaggi sui principali farmaci, ripetevamo gli algoritmi, risolvendo i dubbi che ognuno di noi si era posto. Abbiamo cercato di impostare le informazioni in modo schematico, riassuntivo e pratico.

Ha collaborato con noi, soprattutto nelle esercitazioni pratiche, un medico del nostro DEA ed il suo aiuto è stato molto utile dal momento che ci ha fornito suggerimenti importanti e ci ha corretto gli errori.

 

I colleghi che hanno partecipato alle scorse edizioni vi hanno dato qualche suggerimento?

Si, i colleghi della nostra scuola di specializzazione che hanno partecipato alle precedenti edizioni dei PSG ci hanno aiutato prima di tutto raccontandoci la loro esperienza ed inoltre dandoci consigli pratici durante le esercitazioni alle quali spesso hanno partecipato come tutor esterni. Il loro supporto è stato molto utile ed i loro consigli estremamente preziosi.

 

Qual è la caratteristica peculiare del vostro team?

Non conosciamo le altre squadre, ma il nostro punto di forza è senz’altro il fatto di essere “una squadra” anche fuori dal gioco: lavoriamo, studiamo e usciamo insieme nella nostra quotidianità, ci confrontiamo giornalmente su scenari reali; esercitarci per i Simulation Games è stato spontaneo e divertente.

 

In che modo credete questa esperienza possa influenzare il vostro percorso di studi e professionale?

Imparare a saper riconoscere e gestire un’emergenza pediatrica avrà un’influenza assolutamente positiva sul nostro percorso professionale perchè sono dinamiche che, soprattutto nell’ambito della pediatria ospedaliera, vanno prontamente riconosciute e trattate e sono salvavita per i bambini. 

Un altro aspetto importante è la praticità e la manualità della gestione d’emergenza che abbiamo appreso, in cui il ragionamento è schematico e “l’azione” va di pari passo con il ragionamento clinico.

Inoltre abbiamo imparato a gestire l’emergenza non come singoli individui ma come team, integrando informazioni e comunicando tra di noi, cosa fondamentale non solo negli scenari d’emergenza ma in generale nella gestione del bambino ricoverato. Questo valore di condivisione e collaborazione tra medici, infermieri ha arricchito e continuerà ad arricchire il nostro percorso di studi.

 

Questa è la seconda edizione in veste internazionale. Quali pensate possano essere i punti di forza nel confrontarsi con studenti provenienti da altre parti del mondo?

Sarà divertente e stimolante confrontarsi con squadre da diversi paesi per vedere se e come il loro approccio all’emergenza pediatrica differisca dal nostro! Inoltre è una spinta ad imparare la gestione dell’emergenza in un linguaggio comune, quello inglese, che potrà tornarci utile in futuro.

 

Se doveste descrivere il vostro team attraverso una canzone, quale sarebbe?

Piena, MYSS KETA di Gue Pequegno

 

LA SQUADRA

Anna Markowich
Maria Elisa Amodeo
Giulia Chiarazzo
Fabiola Scaramuzzino
Flavia Severini
Francesca Pignatelli
Silvio Marchesani
Giulia Mirra 

Coach
Andrea Deidda